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Assistenti vocali, un mercato che non decolla

Assistenti vocali, un mercato che non decolla

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Le vendite sono stabili ma l’uso che ne fanno i clienti è insoddisfacente secondo i produttori, che tagliano gli investimenti nello sviluppo.

 

In molti ci hanno creduto, anche nel canale di vendita del bricolage, e hanno inserito in assortimento uno o più modelli di assistenti vocali, dispositivi che basano il loro funzionamento essenzialmente su tre servizi: Alexa di Amazon, Assistant di Google e Siri di Apple. Nelle aspettative del mercato dovevano diventare il cuore della domotica casalinga, lo snodo da cui attivare una vasta gamma di dispositivi e accedere a svariati servizi. Pare che le cose stiano andando diversamente.

 

Negli ultimi giorni i media americani hanno raccolto indiscrezioni che indicano come le ‘big tech’ stiano concentrando nel settore degli assistenti vocali buona parte dei tagli a personale e investimenti annunciati a causa del rallentamento dei consumi. In particolare, Amazon ha puntato moltissimo su questa tecnologia che impegna circa 10.000 collaboratori e forti investimenti, con perdite operative importanti, giustificate solo nel caso in cui le interazioni tra utilizzatore e assistente fossero in grado di generare altri introiti. E pare che così non sia.

 

Infatti, le vendite degli apparecchi non vanno male, sebbene il trend di crescita sia al di sotto delle attese. Quello che si è rivelato carente è il livello delle interazioni. Nella sostanza, questi apparecchi vengono utilizzati per funzioni basiche, prevalentemente come timer, per ascoltare playlist, radio online o per comandare dispositivi specifici, in pochi li usano per fare acquisti o altri servizi avanzati. Inoltre, pare che il numero di interazioni vada calando nel tempo, evidente sintomo di insoddisfazione da parte dei clienti.

 

Le ragioni del successo limitato possono essere ricercate prevalentemente in tre fattori:
• il funzionamento non è sempre in linea con le aspettative. Chi si aspetta di poter avere interazioni intelligenti con un assistente vocale, anche per richieste piuttosto basiche, rimane spesso deluso.
• Le garanzie dal punto di vista della privacy sono ancora insufficienti e molti utenti hanno paura di rilasciare qualche dato di troppo: trovarsi nella mail offerte relative alle richieste fatte agli assistenti genera un effetto ‘Grande Fratello’ che ne inibisce l’uso.
• Forse l’interazione vocale non è quella maggiormente desiderata dagli utenti. In realtà tutti abbiamo già in tasca un assistente vocale, il nostro telefonino, eppure in pochi ne usano i comandi vocali o ci parlano per fare richieste.

 

Per correttezza va sottolineato come Amazon abbia smentito questa ricostruzione, che comunque proviene da media come Wall Street Journal, New York Times e Bloomberg ed è basata su documenti interni di Amazon in possesso le tre testate.