Home Distribuzione E SE ANCHE L’IPER CERCA SPECIALIZZAZIONE NEL DIY?
E SE ANCHE L’IPER CERCA SPECIALIZZAZIONE NEL DIY?

E SE ANCHE L’IPER CERCA SPECIALIZZAZIONE NEL DIY?

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Sul non food, diverse catene di ipermercati stanno provando a sviluppare una proposta più di qualità, che non badi solo al prezzo.

Negli ultimi anni le insegne del fai da te hanno tirato un sospiro di sollievo vedendo il progressivo disinvestimento da parte dalla Gdo (ipermercati in testa) nel settore del non food, e quindi anche nel bricolage, preferendo concentrarsi sullo sviluppo del proprio core business, quindi dell’alimentare. Ma la cosa è vera solo in parte.

In primo luogo ci sono comunque comparti del non alimentare che gli iper (da Auchan a Carrefour) continuano a presidiare, inclusi alcuni segmenti del Diy, per esempio l’automotive, o il mondo dei consumabili in generale. Secondariamente, gli ipermercati, certo, hanno ridimensione il non alimentare. Di contro, però, stanno mettendo in pista nuovi progetti per accrescere il sell out delle categorie merceologiche rimaste.

A seguito della progressiva disaffezione della clientela nei confronti degli iper, parecchie insegne del canale hanno cominciato a capire che anche nel non food non si può mettere al primo posto solo il prezzo, ma bisogna sviluppare una proposizione commerciale che guardi di più all’aspetto qualitativo, proponendo la miglior offerta di prodotto possibile per il proprio canale distributivo.

In altre parole, più di una catena ha iniziato a cercare partner, fra i fornitori, che abbiano una competenza specifica nelle categorie del non food. Partner con i quali collaborare per rendere più appealing agli occhi del cliente la propria offerta, attraverso progetti di category: è quello che accade già da qualche tempo, per esempio, nel tessile e nell’abbigliamento. Quindi attenzione: anche il canale ipermercato comincia a cercare la specializzazione nel non food.