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IdentiPack, Osservatorio sull’etichettatura ambientale del packaging per il largo consumo

IdentiPack, Osservatorio sull’etichettatura ambientale del packaging per il largo consumo

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Creato da CONAI e GS1 Italy, monitora la presenza di informazioni ambientali sugli imballaggi presenti a scaffale in Italia e ogni sei mesi restituirà un’analisi dettagliata dei prodotti in commercio. Vediamo nel dettaglio i dati di Cura casa e Pet care.

 

Nel 2021 i prodotti presenti sul mercato italiano che riportano informazioni ambientali relative al packaging sono aumentati rispetto all’anno precedente, in anticipo quindi rispetto all’entrata in vigore dell’obbligo stabilito dalle norme europee e italiane. L’area merceologica che nel corso del 2021 ha visto maggiormente aumentare la presenza sull’imballaggio della codifica identificativa dei materiali di composizione del packaging rispetto all’anno precedente è stata il Cura casa, passata dal 10,7% del 2020 al 15,9% del 2021. Il Pet care, invece, è passato dal 2,7% al 4,7%. Il Cura casa, inoltre, spicca anche tra le aree a maggior crescita annua (+5,0 p.ti %), dopo il freddo (+6,8 p.ti %), in base all’analisi sulla base delle confezioni effettivamente vendute. Molto contenuta la crescita nell’area Pet care che è passata dal 3,6% al 3,9%.

 

Queste sono solo alcune delle evidenze emerse dal primo Osservatorio nazionale sull’etichettatura ambientale del packaging, IdentiPack, creato da CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi che in Italia è garante del raggiungimento degli obiettivi europei di riciclo, e GS1 Italy, una delle organizzazioni non profit GS1 che promuovono l’utilizzo degli standard GS1 per la comunicazione tra imprese. Utilizzando lo standard GS1 GTIN del codice a barre GS1 (ex EAN) per identificare i prodotti, il lavoro di analisi dell’Osservatorio incrocia le informazioni ambientali riportate sulle etichette dei packaging di largo consumo, digitalizzate dal servizio Immagino di GS1 Italy, con le elaborazioni NielsenIQ sul venduto negli ipermercati e nei supermercati italiani (retail measurement service). In questa prima edizione la base di analisi fa riferimento a ben 128mila prodotti digitalizzati al 31 dicembre 2021.

 

Questo studio consentirà di avere dati aggiornati su quanti prodotti presentano in etichetta le informazioni ambientali che saranno obbligatorie dal prossimo gennaio – identificazione del materiale di composizione dell’imballaggio e indicazioni per la raccolta differenziata – e quanti riportano informazioni aggiuntive, come i marchi volontari legati alle caratteristiche di sostenibilità del packaging, i suggerimenti su come fare una raccolta differenziata di qualità, o sistemi digitali come QR code e il GS1 Digital Link per rinviare a pagine web che riportano le informazioni ambientali presenti sulla confezione.

 

Proseguiamo quindi nell’approfondimento delle evidenze emerse dall’Osservatorio. In merito alle indicazioni relative al corretto conferimento nella raccolta differenziata fornite dalle aziende, sono sempre più segnalate sulle etichette dei prodotti di largo consumo e in termini assoluti stiamo parlando di 46.156 referenze che le riportano. Nel Cura casa la percentuale è salita di +2,3 punti percentuali (36,0%), mentre nel Pet care di +2,1 punti percentuali (20,4%). Entrando nel dettaglio dell’analisi sulla base delle confezioni effettivamente vendute, lo scenario delinea un quadro differente soprattutto per il Cura casa (49,6%), mentre il Pet care segna un 21,2%.

 

Passando alle informazioni aggiuntive per una raccolta differenziata di qualità, sono diversi i consigli che le aziende inseriscono volontariamente sulle etichette dei loro prodotti e nel 2021 erano presenti in 7.212 referenze. Nel Cura casa le informazioni per fare una raccolta differenziata di qualità sono fornite sull’8,0% dei prodotti, in crescita di +0,3 punti percentuali rispetto al 2020. Crescita di +0,3 punti percentuali anche per il Pet care, con il 3,5% di incidenza.

 

Anche gli elementi riferiti al mondo della sostenibilità negli ultimi anni sono entrati nelle etichette: dichiarazioni relative ai risultati raggiunti in termini di miglioramento dell’impatto ambientale (come la carbon footprint o la riduzione delle emissioni di Co2), le certificazioni che accertano l’approvvigionamento dei materiali da fonti sostenibili (tra cui la certificazione FSC) o i marchi ufficiali (ad esempio l’Ecolabel, il marchio di qualità ecologica dell’Unione Europea) e i pittogrammi dell’area green sono stati riscontrati in 8.099 prodotti. Rispetto all’anno precedente, nel 2021 è cresciuta la quota dei prodotti del Cura casa dotati di una di queste indicazioni in etichetta, passata dal 6,0% al 6,7%, mentre nel Pet care la presenza risulta marginale, con un aumento di soli 0,1 punti percentuali (quota dello 0,2% nel 2021). L’analisi relativa alle confezioni vendute tra supermercati e ipermercati rivela che il 4,0% di quelle del mondo del Cura Casa riporta almeno uno di questi marchi o dichiarazioni ambientali (in crescita annua di +1,3 p.ti %), mentre il Pet care passa dall’incidenza dello 0,0% allo 0,1%.

 

Infine, affrontando l’aspetto digitale, sono stati individuati 4.268 prodotti (in crescita di +0,3 punti percentuali rispetto al 2020) sulle cui etichette compare un’indicazione che consente al consumatore di visionare le informazioni ambientali, relative al contenuto o al packaging del prodotto, in modo digitale. Stiamo parlando di GS1 Digital Link, QR code, rimandi a siti web. Interessante il ruolo pioneristico del Cura casa rispetto agli altri reparti, con il 28,7% dei prodotti a scaffale che offre quest’opportunità informativa. L’incidenza degli altri reparti, infatti, è compresa prevalentemente tra 0,5% e 0,1%, con un leggero picco di 1,8% per le bevande e dati pari a zero, come nel caso del Pet care.