Immobili residenziali: +12,5% di compravendite nel I semestre 2022
A trainare il mercato sono Milano (+16,5%) e Palermo (+13,2%), con Roma che sfiora la doppia cifra. Crescono del 2,5% i prezzi.
Dopo aver chiuso un 2021 record per numero di compravendite immobiliari (circa 750.000), grazie a una domanda di acquisto esuberante e a una politica creditizia molto espansiva, data dai livelli sempre eccezionalmente bassi dei tassi di interesse, il settore residenziale italiano ha iniziato il 2022 con lo stesso slancio. Una spinta a cui faceva da propulsore la sensazione di aver definitivamente chiuso i conti con il Covid e che la fiammata inflazionistica fosse sotto controllo. Quando la Russia ha deciso di invadere l’Ucraina e ha dato il via ad una guerra che in territorio europeo non si vedeva dalla fine degli anni Trenta del secolo scorso, il trend si è leggermente raffreddato. Sono, queste, le prime evidenze emerse dall’Osservatorio abitare in Europa, realizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con Abitare Co.
La domanda di case delle famiglie italiane non ha risentito troppo dello shock provocato dalla guerra, dall’avvio delle difficoltà legate all’aumento dell’inflazione, dalle interruzioni sulla catena delle forniture di materie prime e dalla prospettiva di un anno di forti rialzi sui tassi di interesse legati ai mutui. Nel primo semestre è continuata la serie positiva, con una stima delle compravendite in aumento del 12,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Fra le grandi città, spicca Milano, con un balzo del 16%, confermandosi la metropoli con il mercato più dinamico. Bene anche Palermo, che mette a segno un +13% rispetto al primo semestre del 2021. Aumenti a doppia cifra anche per Bologna, Venezia e Firenze. A Roma l’aumento delle compravendite è di poco al di sotto del 10%: la capitale è la città che attira di più gli investitori dopo Milano, ma sul fronte residenziale ancora stenta a seguire le performance della capitale lombarda. A pesare sono i ritmi delle procedure amministrative che vanno ad influire sui tempi di realizzazione degli interventi.
I primi mesi dell’anno confermano una domanda crescente verso una casa nuova, ampia e con servizi. Ne deriva un differenziale nelle quotazioni tra case nuove e usate, che supera il 10% in quasi tutte le città. Il problema è la cronica carenza di nuovo prodotto. A Milano, che pure ha il mercato più importante, il nuovo non arriva al 10% dell’offerta e nelle altre grandi città cala al di sotto del 5%.
Sul fronte delle quotazioni, nell’ultimo anno si registra un incremento a livello nazionale del 2,5%, con il nuovo che supera il 5%, e tutte le grandi città che mostrano incrementi superiori alla media italiana. Milano ancora una volta è fra le più dinamiche (+4,7%) dopo solo Palermo (+5,1%). Seguono Firenze, con una crescita del 4,1%, Roma e Genova, rispettivamente con un +3%.