LA GDO ITALIANA E L’IMPORTANZA DELLA ‘SOSTENIBILITÀ’
Federdistribuzione ha presentato la nuova edizione del Bilancio di Sostenibilità di Settore (BSS), realizzato con la collaborazione di Altis, Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Federdistribuzione, l’associazione di categoria delle insegne della Gdo italiana, ha presentato la nuova edizione del Bilancio di Sostenibilità di Settore (BSS), realizzato con la collaborazione di Altis, Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in un evento che si è svolto presso la sala Zuccari del Senato della Repubblica.
La seconda edizione del BSS vuole non solo proseguire la narrazione cominciata nel 2012 con la presentazione della sua prima realizzazione, ma anche vuole dare evidenza del cammino intrapreso sui temi della sostenibilità da parte delle imprese della DMO, pur in un momento di profonda crisi economica e crollo della domanda interna come quello attuale.
“Con l’evento di oggi vogliamo trasmettere l’idea che l’impegno delle imprese nei confronti dell’ambiente, di collabori e clienti, verso i fornitori e verso la comunità non è sporadico o casuale, ma rappresenta un atto consapevole, che entra a far parte della più autentica strategia d’impresa e sul quale il commitment è molto forte. – Ha dichiarato Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione – E’ la testimonianza che la sostenibilità non viene più intesa solo come una leva di posizionamento ma sta diventando una leva economica. C’è un termine che, secondo noi, sintetizza e racchiude il concetto di sostenibilità perseguito dalle imprese distributive: è il “fair price”, cioè il prezzo giusto, equo al quale il consumatore può soddisfare il proprio bisogno. Il consumatore non compra solo un prodotto, ma compra tutto quello che c’è intorno: compra convenienza, servizio, scelta, qualità, sicurezza, ambientazione, igiene, competenza del personale. Ma compra anche rispetto della legalità, applicazione dei contratti di lavoro, correttezza fiscale e vera concorrenza tra operatori”.
“Attraverso la realizzazione del BSS abbiamo voluto anche fare chiarezza su alcuni temi importanti per la vita delle nostre imprese, dei territori e della società. Due ci stanno particolarmente a cuore, perché riguardano argomenti sui quali soffriamo un’immagine che non riteniamo adeguata a ciò che in realtà facciamo. Il primo è legato all’ambiente. Le aziende della DMO sono consapevoli degli impatti che le proprie strutture hanno sul territorio e proprio per questo adottano pratiche virtuose indirizzate a limitarne al massimo gli effetti; pratiche che vanno dalla ricerca di continua efficienza energetica (utilizzo di fonti rinnovabili) e di diminuzione del consumo di risorse come l’acqua, all’ottimizzazione della gestione dei rifiuti, alla riduzione e riutilizzo degli imballi fino ai programmi di reimpiego di materiali invenduti (per quanto riguarda le aziende del non alimentare) e di donazione delle eccedenze alimentari (due azioni, queste ultime, che contribuiscono a ridurre i prodotti destinati a rifiuto). Tutte attività che trovano una loro naturale implementazione nei nuovi punti vendita o in quelli che vengono ristrutturati, ciascuno dei quali rappresenta un passo avanti in ambito di collocazione della realtà commerciale nel tessuto locale. Il BSS descrive e quantifica queste attività, dando ragione di tutto ciò che viene implementato per la sostenibilità ambientale.
“Il secondo tema riguarda il lavoro nella DMO, spesso additato come “precario”. La struttura della forza lavoro nelle nostre imprese vede, nel 2014 (dato recentissimo misurato da Pricewaterhous Coopers e aggiornato anche rispetto a quanto pubblicato nel BSS), il 92% dei collaboratori con contratto a tempo indeterminato, a fronte di una media nazionale dell’86%. Sono collaboratori per la maggior parte donne (58%), giovani (l’85% ha meno di 50 anni) e istruiti (il 62% ha un diploma superiore o una laurea). Il capitale umano è un fattore fondamentale per il successo delle nostre imprese e deve essere valorizzato: gli investimenti in formazione per ogni collaboratore (Full Time Equivalent) nel 2014 è risultato pari a 2,3 volte quello realizzato nel 2006. Nella aziende si sviluppano scuole per la formazione di professioni quali panettieri, salumieri, macellai ma anche visual merchandiser, falegnami, personal shopper, ecc. Anche questo capitolo sul lavoro è ampiamente trattato nel BSS, per descrivere una realtà viva, nella quale la ricerca della conciliazione vita-lavoro è una priorità tenuta in grande considerazione” conclude il Presidente di Federdistribuzione.
Il Bilancio di Sostenibilità di Settore pone in evidenza le attività intraprese dalle aziende nei principali ambiti nei quali si esercita la RSI: clienti, collaboratori, fornitori, ambiente, comunità, corporate governance, comunicazione istituzionale e certificazioni volontarie. Dalla nuova edizione emerge un settore in movimento verso una maggiore consapevolezza del proprio impatto sociale e ambientale. Rispetto alla prima edizione del Bilancio, l’impegno delle aziende della distribuzione è cresciuto. Infatti, verificando gli indicatori misurati sia nel 2012 che nel 2014, cresce il numero di imprese che ha messo in atto buone pratiche nei confronti dei clienti (+11%), dei collaboratori (+9%), dei fornitori (+15%), dell’ambiente (+5%), delle comunità (+3%), della corporate governante (+2%) e della comunicazione (+12%). Mentre per quanto riguarda l’area “certificazioni”, si registra una variazione nulla. Questo a causa della natura del processo di certificazione che richiede tempi lunghi e investimenti consistenti.
“Dal punto di vista dei contenuti, rispetto alla prima edizione, che pur aveva il merito di mettere a sistema per la prima volta l’impatto economico sociale e ambientale della DMO sul sistema Paese, il BSS 2014 rappresenta una decisa evoluzione in termini di rendicontazione: gli indicatori presentati nel 2014 sono stati 96 contro i 49 della prima edizione del Bilancio; le Best Practices delle aziende sono passate dalle 15 del 2012 alle 60 per la nuova edizione” – ha dichiarato il Professor Mario Molteni di ALTIS.