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L’etichetta ‘Prime’ costa ad Amazon 1,1 miliardi di euro di multa

L’etichetta ‘Prime’ costa ad Amazon 1,1 miliardi di euro di multa

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L’autority italiana per la concorrenza sanziona Amazon con una multa monstre di 1,1 miliardi di euro in relazione ad ‘abuso di posizione dominante’ nelle pratiche commerciali legate all’etichetta Prime.

 

Il meccanismo creato da Amazon intorno all’etichetta Prime è tanto semplice quanto geniale, invidiato da tutti i retailer come lo strumento di fidelizzazione perfetto e desiderato dai consumatori per i tanti vantaggi che assicura: spedizione gratuita su tutti i prodotti, anche di valore minimo, eventi promozionali esclusivi e TV on demand con un ricco catalogo e da quest’anno anche un po’ di calcio in esclusiva… il tutto per soli 36 euro all’anno.

 

Naturalmente qualcuno deve pagare per tutta questa magnificenza e, secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, questi sono i venditori terzi che operano sul marketplace dell’e-retailer americano. L’Autority infatti ha comminato una multa di 1,1 miliardi di euro alle società italiane che fanno capo ad Amazon per ‘abuso di posizione dominante‘ configurando l’operazione Prime come una vera trappola per i venditori: nella sostanza, senza etichetta Prime sei penalizzato su tutti i fronti e soggetto a stringenti misurazioni di performance che possono portare anche alla sospensione dell’account, se invece decidi di aderire a Prime devi sottostare a una serie di obblighi tra cui l’acquisto di pacchetti visibilità e soprattutto l’utilizzo esclusivo della logistica Amazon.

 

Ed è proprio questo ultimo aspetto che ha fatto scattare la multa. Amazon viene accusata di utilizzare il programma Prime per impedire che corrieri esterni si propongano in concorrenza con la sua logistica, distorcendo il mercato. Inoltre, il merchant che si vede di fatto obbligato a utilizzare i pacchetti Prime, non potrà sviluppare un servizio di consegne proprio e quindi operare con altri marketplace o con una sua piattaforma, altro fattore che crea un effetto distorsivo. Oltre alla multa, l’Autority ha imposto ad Amazon di modificare le modalità operative sotto il controllo di un monitoring trustee.

 

Amazon respinge le accuse al mittente annunciando immediato ricorso e sostenendo che “Più della metà di tutte le vendite annuali su Amazon in Italia sono generate da piccole e medie imprese e il loro successo è al centro del nostro modello economico. Le piccole e medie imprese hanno molteplici canali per vendere i loro prodotti sia online che offline: Amazon è solo una di queste opzioni”.