
Marca del distributore: fatturato record di 25 miliardi
Il settore rappresenta il 31,5% dell’intero giro d’affari del mercato della distribuzione moderna in Italia, compresi i discount.
Si avvicina la 20a edizione di Marca by BolognaFiere, la manifestazione dedicata alla marca del distributore, che si terrà nelle giornate del 16 e 17 gennaio a Bologna. La fiera, tradizionalmente più centrata sul mondo alimentare, negli ultimi anni sta ampliando anche lo spazio riservato al segmento non food (in particolare nelle categorie della cura della casa, degli animali domestici e della persona), a conferma della crescente rilevanza che le private label vanno assumendo fra le aziende distributive del comparto non alimentare. E, in questo senso, citiamo per esempio la presenza come espositori di player come Brico io piuttosto che di Risparmio Casa. Marca by BolognaFiere 2024, peraltro, incrementa del 20% la superficie espositiva della manifestazione, che si qualifica per 7 padiglioni e un totale di 25.000 mq netti di superficie espositiva.
Del resto, la marca del distributore sta progressivamente aumentando il proprio peso nel retail. Con un fatturato complessivo record di 25,4 miliardi di euro nel 2023, i prodotti a marca del distributore (Mdd) rappresentano oggi il 31,5% dell’intero giro d’affari del mercato della distribuzione moderna in Italia, compresi i discount – nel 2019 era il 28,3% -, affermandosi come strumento chiave delle imprese distributive per sostenere il potere di acquisto delle famiglie, offrendo qualità e convenienza. A segnalarlo, è lo studio “Marca del Distributore e Made in Italy: il ruolo della Distribuzione Moderna” (realizzato da The European House – Ambrosetti per Adm – Associazione distribuzione moderna), le cui principali evidenze sono state presentate in anteprima in un evento ad hoc, per essere poi proposto integralmente durante il convegno inaugurale di Marca by BolognaFiere 2024 del 16 gennaio.
“La distribuzione moderna ha contribuito anche quest’anno in maniera significativa e con grande senso di responsabilità a sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, contenendo la spinta inflattiva e sostenendo soprattutto le fasce di reddito più basse, che soffrono in maniera particolare l’aumento dei prezzi al consumo – commenta Mauro Lusetti, presidente Adm – Associazione distribuzione moderna -. L’impegno delle nostre aziende ha limitato l’aumento del prezzo medio di vendita, assorbendo parte dei rincari ricevuti sui prodotti del largo consumo dell’industria di marca”. Lusetti ricorda inoltre come, da gennaio 2019, la distribuzione moderna abbia registrato aumenti inferiori dei prezzi di vendita di 6 punti percentuali rispetto all’industria di marca: “I prodotti a marca del distributore, garantendo un’offerta che coniuga qualità e convenienza, si sono dimostrati uno strumento efficace e molto apprezzato dagli italiani nel contrastare l’aumento dei prezzi – prosegue il presidente di Adm -. Il settore distributivo si conferma come un asset strategico dell’economia del Paese, sia per il valore aggiunto che riesce a generare sia per il contributo all’occupazione e il sostegno alle filiere del Made in Italy”.