
Ad oggi i prezzi sono il 40% più bassi dell’autunno scorso, ma alla fine dell’anno andrà (eventualmente) rinnovato il taglio dell’IVA. Le variabili per l’inverno.
Tiene ancora per il momento la fase di ripiegamento del prezzo del pellet, una commodity energetica che ha vissuto negli ultimi anni una serie di sbalzi che hanno turbato non poco un mercato in piena espansione, molto interessante per il canale del bricolage sia per la vendita di stufe e accessori sia per il combustibile stesso.
Se prendiamo come unità di misura il sacco di pellet da 15 Kg di buona qualità (certificato EN Plus A1) possiamo disegnare una curva dei prezzi che parte dall’autunno 2021 con quotazioni introno ai 4-5 euro e che si è impennata nell’autunno 2022 superando i 10 euro (secondo la rilevazione AIEL di settembre 2022 la media era di 10,5 euro) per poi ripiegare del 40% circa nel 2023: nell’estate AIEL indicava 6,19 euro come il prezzo di riferimento.
Certamente a questa riduzione di prezzo ha contribuito il taglio dell’IVA dal 22 al 10%, provvedimento inserito nella legge di bilancio 2023 e che, se non verrà rinnovato, scadrà a fine anno, ma il calo va ben oltre questo. Il timore è che si sia trattato di un fenomeno dovuto alla bassa stagione, l’estate appunto, quando le vendite sono limitate.
Ma ormai, soprattutto chi usa il pellet come fonte di riscaldamento primaria, ha imparato ad approvvigionarsi con largo anticipo, prima che parta la stagione fredda, proprio per evitare la fisiologica crescita dei prezzi invernali, nonché i problemi di disponibilità del materiale riscontrato negli anni scorsi.
In ogni caso al momento la situazione pare stabile, non abbiamo ancora il dato AIEL, ma basta fare una ricerca sul web per rilevare prezzi abbastanza uniformi intorno ai 6 euro. D’accordo, l’autunno 2023 è straordinariamente caldo, ma siamo vicini alla metà di ottobre, tradizionalmente il periodo di accensione dei termosifoni nel nord Italia, è impensabile che i consumatori non si siano già messi in casa le scorte almeno per una parte della stagione.
Ciò nonostante, è possibile che, in caso non venga riconfermata la riduzione IVA anche per il 2024, si verifichi negli ultimi mesi dell’anno una corsa alle scorte che potrebbe far puntare di nuovo all’insù la curva dei prezzi. Per contro rimane sempre la speranza di una qualche risoluzione del conflitto in Ucraina che farebbe tornare sul mercato milioni di tonnellate di biocombustibile, con conseguente significativa contrazione dei prezzi.