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Prezzi e inflazione a marzo continua la corsa

Prezzi e inflazione a marzo continua la corsa

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Salgono ancora a marzo i prezzi, preoccupazione nella Gdo che non può più assorbire gli aumenti: inevitabile una frenata dei consumi.

 

Continua a salire l’inflazione che accelera per il nono mese consecutivo, raggiungendo a marzo un livello (+6,7%) che non si registrava da luglio 1991. Anche questo mese sono i prezzi dei beni energetici non regolamentati (+52,9% a marzo) a sostenere l’ulteriore ascesa, ma tensioni inflazionistiche continuano a diffondersi con la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” che accelera di quasi un punto percentuale, portandosi a +5%. A contenere queste tensioni sono i prezzi dei servizi la cui dinamica su base annua rimane stabile (+1,8%), mentre i beni registrano ormai una crescita a due cifre (+10,2%).

 

Su base annua accelerano in misura ampia i prezzi dei beni (da +8,6% a +10,2%), mentre quelli dei servizi rimangono stabili (+1,8%%); si allarga quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -6,8 punti percentuali di febbraio a -8,4). Accelerano sia i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +4,1% a +5,0%) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,3% a +6,9%).

 

Fuori dai freddi dati Istat, la situazione nella Gdo è preoccupante. Abbiamo parlato con alcuni produttori e distributori del canale brico e la dinamica attuale sembra chiara: i fornitori non possono che aumentare i listini, i distributori non possono che accettare i rincari e riversarli sui prezzi al pubblico, consapevoli e rassegnati al fatto che questo causerà una frenata dei consumi. In quale misura lo sapremo nei prossimi mesi…

 

La conferma arriva anche da Federdistribuzione: “Con l’inflazione cresce anche la preoccupazione degli italiani: il 75% teme per la tenuta dei propri bilanci familiari, e 4 italiani su 10 ritengono di dover tagliare i consumi”, commenta Carlo Alberto Buttarelli, direttore relazioni ufficio studi e relazioni di filiera di Federdistribuzione. “Intravediamo già alcuni primi effetti nei comportamenti di acquisto: nell’alimentare si registra una maggiore ricerca della convenienza e livelli di vendite che permangono deboli. Situazione ancora più accentuata nel settore non alimentare, dove i volumi di vendita risentono del clima di incertezza tra i consumatori, che temono le ripercussioni del caro energia e dell’aumento generale dei prezzi”.