
E’ muro contro muro dopo l’abbandono del tavolo delle trattative da parte delle sigle sindacali. Proclamata una giornata di sciopero nazionale per il prossimo 30 marzo.
Si è interrotta bruscamente la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro della Distribuzione Moderna Organizzata, ormai scaduto da 5 anni, che coinvolge oltre 240.000 addetti delle insegne associate a Federdistribuzione, tra cui molte del settore brico-casa: Action, Bricocenter, Brico io, Ikea, Jysk, Kasanova, Leroy Merlin, Obi e Tecnomat.
Sono state le organizzazioni sindacali – Filcams CGIL, Fisascat Cisl e Uiltucs – ad abbandonare il tavolo delle trattative a causa delle “svariate richieste finalizzate a sabotare diritti e garanzie attualmente contenute con Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro raggiunte a costo di sacrifici e di lotte nel corso degli ultimi decenni”. Proclamata una giornata di sciopero nazionale per il prossimo 30 marzo.
Secondo i sindacati Federdistribuzione chiede:
• l’introduzione di una flessibilità incontrollata e generalizzata con contratti a termine di durata indeterminata (oltre i 24 mesi);
• lo smembramento del sistema di classificazione del personale con l’attribuzione dell’addetto alle operazioni ausiliarie alla vendita a mansioni inferiori quali il pulimento di aree di vendita e servizi;
• l’azzeramento di dignità professionale con il sotto inquadramento di chi ha la responsabilità di interi format commerciali complessi;
• la creazione di una nuova mansione adibita alla movimentazione delle merci trascinandola verso il quinto livello e svuotando l’attuale previsione al quarto livello;
• la mancata disponibilità alle richieste di parte sindacale di trattare il tema “Appalti e terziarizzazioni” e “franchising”.
“Lo schema negoziale che propone Federdistribuzione – si legge nella nota delle organizzazioni sindacali – ancora una volta è di mortificare il rinnovo del Ccnl in una logica di scambio tra una presunta disponibilità ad erogare il dovuto aumento salariale (mai esplicitata nel dettaglio nelle 17 ore di trattativa) in cambio di un peggioramento della parte normativa che prevedeva la precarizzazione dei lavoratori attraverso un sistema derogatorio della legge e proponendo l’umiliazione delle professionalità attraverso un abbassamento dei livelli di inquadramento”.
Altrettanto dura la reazione di Federdistribuzione, che ha diramato la seguente nota stampa.
“Federdistribuzione ribadisce il rammarico per la rottura unilaterale della trattativa sul rinnovo del contratto collettivo di lavoro della Distribuzione Moderna Organizzata da parte delle organizzazioni sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil e giudica immotivata e irresponsabile la proclamazione di una giornata di sciopero per il 30 marzo 2024. Federdistribuzione non ha fatto mai mancare la disponibilità alla trattativa nelle diverse fasi che si sono succedute nei mesi precedenti e nel corso dell’ultimo incontro del 26 e 27 marzo ha dato disponibilità a riconoscere gli aumenti salariali espressamente richiesti dalle Organizzazioni Sindacali, avendo sempre messo al primo punto l’importanza di tutelare i lavoratori insieme alla necessaria sostenibilità per le imprese.
Contrariamente a quanto fatto emergere dalle organizzazioni sindacali, Federdistribuzione precisa che non è stata fatta alcuna richiesta di “flessibilità incontrollata” nella definizione dei contratti a termine, ma solo una integrazione rispetto a quanto già previsto dalla legge; né è stato proposto alcuno “smembramento del sistema di classificazione del personale” ma l’inserimento di nuove figure professionali e nuovi ruoli di coordinamento e organizzazione. Federdistribuzione non ha proposto alcun demansionamento dei lavoratori, né alcuna riduzione dei diritti dei lavoratori. La reazione delle organizzazioni sindacali appare quindi sproporzionata e ingiustificabile in rapporto all’andamento del negoziato.
Malgrado il rifiuto delle organizzazioni sindacali di rinnovare il Contratto Collettivo Nazionale, le imprese aderenti a Federdistribuzione hanno quindi deciso di riconoscere ai propri lavoratori un aumento di 70 euro lordi (riparametrati al IV livello) a decorrere dal prossimo mese di aprile a titolo di anticipo sui futuri aumenti contrattuali, mantenendo l’auspicio che le organizzazioni sindacali possano tornare quanto prima al tavolo negoziale con l’obiettivo comune di giungere al rinnovo contrattuale”.
Insomma, un vero e proprio muro contro muro che prepara un periodo di tensioni sindacali nei punti vendita della Gd organizzata.