
Stop Superbonus: come cambiano gli investimenti in efficienza energetica
Cala l’entusiasmo mostrato negli scorsi anni per le fonti rinnovabili, a favore, ad esempio, della domotica.
Negli ultimi anni la possibilità di avvalersi del Superbonus 110 aveva spinto gli italiani a investire in interventi sostanziosi di efficientamento energetico per la propria abitazione con l’obiettivo di ridurre non solo l’impatto ambientale, ma anche il peso delle bollette sull’economia familiare. Del resto, secondo quanto rilevato da ProntoPro, il marketplace di riferimento per i servizi che mette in contatto potenziali clienti e professionisti/artigiani, grazie al corretto isolamento delle pareti esterne, tramite l’installazione del cappotto termico o il rifacimento della facciata, è possibile ottenere un risparmio del 40% in bolletta, mentre la sostituzione degli infissi del 20%.
Oggi, però, la manovra economica proposta per il 2024, che prevede sostanzialmente uno stop al Superbonus 110 a favore di una riduzione delle detrazioni al 90% nel 2024 e al 70% nel 2025, sta spingendo gli italiani a fare scelte diverse. In particolare, l’entusiasmo mostrato negli scorsi anni per le fonti rinnovabili, tra cui pannelli fotovoltaici e pannelli solari, sta calando (rispettivamente -57% e -34% rispetto al 2022), così come le richieste di rifacimento della facciata (-10% rispetto al 2022 e -53% rispetto al 2021). Infine, anche il riscaldamento a pavimento e le stufe a pellet stanno perdendo terreno (rispettivamente -39% e -35%).
Ma quali sono gli interventi che ne hanno beneficiato? Tra i servizi per ottimizzare la propria abitazione dal punto di vista energetico spicca l’installazione di un impianto di domotica (+38% rispetto al 2022), che permette di controllare da remoto i sistemi di riscaldamento e raffrescamento, l’illuminazione della casa (interna ed esterna) e l’automatizzazione di finestre, tapparelle e tende da sole, e può generare un taglio dei costi in bolletta del 25% secondo gli esperi di ProntoPro. Aumentano anche le richieste di sostituzione o installazione di nuove caldaie (+18%), e nel caso di nuovi impianti la scelta ricade su quelle alimentate a metano (77,61%), seguite dalle pompe di calore elettriche (11,98%), impianti energivori che garantiscono risparmi solo se abbinati a un impianto fotovoltaico, la cui preferenza, come evidenziato precedentemente, si è ridotta in seguito allo stop del Superbonus 110.