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Tecnomat Olbia, il Consiglio di Stato conferma l’apertura

Tecnomat Olbia, il Consiglio di Stato conferma l’apertura

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Nuovo pronunciamento a favore di Tecnomat questa volta da parte del Consiglio di Stato. La vicenda però non è ancora chiusa: il giudizio di merito del TAR in settembre.

 

Nuova (ma non ultima) puntata del serial giudiziario che vede come querelante Bricofer Group Spa e come querelato Bricoman Italia Srl e ha come oggetto il contestato insediamento commerciale Tecnomat di Olbia, punto vendita inaugurato il 18 dicembre scorso.

 

La vertenza è arrivata al Consiglio di Stato che si è pronunciato respingendo la richiesta di Bricofer e Ottimax di revocare l’autorizzazione a continuare l’attività. Nell’ordinanza il Consiglio di Stato ha ritenuto troppo rilevante il danno che subirebbe Tecnomat per una chiusura nell’attesa che il tribunale amministrativo si pronunci sul giudizio di merito.

Dunque, la struttura resterà operativa, ma la vicenda non si conclude qui. Infatti, il Tar ha già fissato la trattazione del merito: se il giudizio fosse favorevole a Bricofer-Ottimax il retailer potrebbe fare valere la tutela risarcitoria. Il punto chiave della questione è quello della metratura del punto vendita Tecnomat. Infatti, il retailer del Gruppo Adeo ha ottenuto le autorizzazioni ad aprire in seguito al declassamento del progetto a “media struttura di vendita”, mentre l’appellante sostiene che la superficie del negozio è superiore ai 2.500 mq previsti, nei quali – sempre secondo Bricofer Group – non è stata calcolata la metratura dell’area di vendita esterna che è parte integrante del punto vendita. Tecnomat, invece, conferma la correttezza del conteggio della superficie di vendita, avendo interdetto l’accesso alla clientela nell’area esterna.

 

Bricofer Group reclama la chiusura del negozio Tecnomat e adduce come motivazione “il rischio di una rilevante contrazione della propria attività economica, per lo sviamento di clientela attuato dalla società concorrente”. Il centro Tecnomat di Olbia Pozzo Sacro rimarrà dunque nei fatti “sub iudice” fino al prossimo prossimo 25 settembre 2025 quando si pronuncerà sul merito il TAR; qualora fossero appurate violazioni dei limiti dell’autorizzazione, il Comune sarebbe obbligato a intervenire.